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Un caricatore unico per ridurre i rifiuti elettronici: la proposta arriva dall’Unione europea

Rifiuti elettronici

Molti cavi, molti rifiuti

Smartphone, tablet, fotocamere: tre dispositivi, tre diversi caricatori. E non solo! Anche a parità di dispositivo, spesso il cavo non è compatibile: quante volte i proprietari di iPhone hanno dovuto arrendersi a una batteria moribonda in compagnia di Androidiani, e viceversa?

L’Unione europea sta lavorando affinché questa matassa di cavi tutti diversi tra loro resti solo un ricordo, per rendere più semplice la vita dei consumatori e, soprattutto, per ridurre i rifiuti elettronici, in modo tale che l’abbandono di un dispositivo ormai obsoleto non trascini con sé nell’oblio anche il caricatore ad esso abbinato, anche se perfettamente funzionante. 

Non più adesione volontaria

“Per 10 anni il Parlamento europeo ha insistito sull’introduzione di un caricatore universale, in modo da non aver più bisogno di molti cavi, ma solo di uno”, ha detto Anna Cavazzini, la presidente della Commissione per la Protezione dei Consumatori del Parlamento europeo. Si è tentato, in un primo momento, di coinvolgere le aziende tramite accordi su base volontaria. Ma l’adozione del caricatore universale funziona solo se è connessa ad un’adesione, per l’appunto, universale. Da qui è nata la proposta di una normativa ad hoc, alla quale le aziende dovranno conformarsi necessariamente. Ovviamente non sono mancati i pareri contrari, specialmente oltreoceano: Apple ha già storto il naso, ritenendo che l’adozione di un caricatore unico scoraggi l’innovazione, anziché incoraggiarla.

La proposta normativa

L’idea è di dividere la normativa in due parti. 

La prima riguarda il caricatore universale, ed è molto semplice: un solo cavo per tutti i dispositivi, a prescindere dalla tipologia o dalla marca. 

La seconda, necessariamente connessa con la prima, prevede invece che i dispositivi non vengano più automaticamente venduti con il proprio cavo, in modo tale da scindere il binomio dispositivo – caricatore. Da un lato bisogna dire che questo comporta il fatto che, teoricamente, chi acquista un nuovo smartphone debba acquistare, separatamente, anche il cavo. Ma è anche vero che se il cavo è uno solo ed è valido per tutti i dispositivi, si suppone che il consumatore già ne possieda uno adatto, a prescindere dal fatto che appartenga al dispositivo che sta sostituendo o ad un altro di diverso genere.  

Le tempistiche

Quanto alle tempistiche, si stima – ottimisticamente – che si raggiunga un testo definitivo entro la fine del 2022, in modo da poter concedere agli Stati membri due anni per l’attuazione della normativa, che quindi potrebbe entrare in vigore già nel 2024. In più, gli eurodeputati hanno concesso alla Commissione due ulteriori anni di tempo, fino al 2026, per l’adozione di uno standard universale anche per la carica wireless, in modo da rendere più difficoltoso per le aziende eludere la normativa. 

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