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Milano segue Padova: annullata la trascrizione dell’atto di nascita del figlio di una coppia omogenitoriale

È notizia di qualche giorno fa l’impugnazione da parte della procura di Padova degli atti di nascita di 33 bambini e bambine nati da coppie omogenitoriali registrati dal 2017 ad oggi. Si tratta di figli concepiti all’estero con fecondazione eterologa, riconosciuti poi in Italia come figli di due madri. La normativa italiana prevede che l’accesso a questo tipo di fecondazione sia permesso alle sole coppie eterosessuali sposate o conviventi, motivo per cui molte coppie omosessuali o genitori single si recano all’estero per poi ottenere il riconoscimento del legame di parentela in Italia.

La procura di Padova ha quindi chiesto che i certificati, recanti l’indicazione delle due madri, venissero rettificati con l’indicazione della sola madre biologica. Da questa richiesta della procura, deriveranno poi una serie di processi civili relativi al caso specifico: solo una delle 33 registrazioni impugnate, in realtà, è già stata modificata dal Tribunale.

La circolare del Ministero dell’Interno

Il cambio di rotta è derivato da una circolare del Ministero dell’Interno di inizio anno, con la quale si chiedeva ai Sindaci – alla luce della Sentenza della Corte di Cassazione del 30 dicembre 2022 – di non trascrivere automaticamente i certificati di nascita dei figli nati all’estero con la “gestazione per altri” (anche detta GPA, la pratica in base alla quale una donna decide di intraprendere e portare a termine una gravidanza per conto di persone che non possono concepire), nei quali comparisse anche il genitore non biologico. Secondo la Cassazione, infatti, “la pratica della gestazione per altri, quali che siano le modalità della condotta e gli scopi perseguiti, offende in modo intollerabile la dignità̀ della donna e mina nel profondo le relazioni umane”

La prefettura di Milano, qualche tempo dopo, recepiva la richiesta estendendola anche alle coppie di donne che avessero fatto ricorso alla fecondazione eterologa all’estero, con la precisazione – da parte del Sindaco del capoluogo lombardo – che le richieste in tal senso non avrebbero avuto valore retroattivo. In altre città, tra cui Padova, è invece successo il contrario, perché la procura ha chiesto l’annullamento del riconoscimento già concesso in passato.

Il tribunale di Milano

La scorsa settimana, però, l’ottava sezione del Tribunale civile di Milano ha annullato, nella parte in cui si indicava un altro genitore oltre a quello biologico, la trascrizione di nascita di un bambino nato all’estero grazie alla GPA. La scelta del Tribunale deriverebbe non tanto dalla circolare del Ministero dell’Interno, quanto dalla sentenza della Cassazione che l’ha originata. Sono per adesso 4, infatti, gli atti di nascita trascritti dal Comune successivi alla pronuncia delle Sezioni Unite.

Le conseguenze

In casi di annullamento una delle madri perderà ogni diritto legale, e in alcuni casi l’annullamento potrà riguardare anche figli già cresciuti (tra i casi di Padova, ad esempio, c’è una bambina di 6 anni). Questo significa che non potrà, banalmente, viaggiare da sola con il proprio figlio, e avrà bisogno di una delega per andare a prenderlo a scuola.

Per vedere riconosciuto il proprio legame di parentela, il genitore non riconosciuto dovrà procedere con la “stepchild adoption”: un procedimento introdotto nel 1983, nell’interesse preminente del minore, che introduce la possibilità che il genitore non biologico adotti il figlio, naturale o adottivo, del partner. Un procedimento molto lungo e costoso, inizialmente incluso nella legge sulle unioni civili del 2016, ma poi rimosso.

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