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Revisore legale per le S.r.l. Non solo un obbligo, ma un’opportunità

Creare fiducia attraverso un sistema di qualità del controllo è il nuovo paradigma a cui le S.r.l. sono chiamate

— di Ivana Quartarone

Come disciplinato dalla normativa del Codice civile (art. 2477, recentemente modificato dal D.L. 118/2021), a partire da aprile 2023 si è fatto obbligo per tutte le società a responsabilità limitata, che superano determinati limiti, di nominare un revisore legale.

Nel dettaglio, l’obbligo sussiste qualora si superi almeno uno dei seguenti parametri per due esercizi consecutivi:

  • 4 milioni di euro del totale dell’attivo di bilancio;
  • 4 milioni di euro delle vendite e delle prestazioni;
  • 20 dipendenti occupati in media durante l’esercizio.

La nomina dell’organo di controllo o del revisore è obbligatoria anche nel caso in cui la società sia tenuta alla redazione del bilancio consolidato ovvero controlli una società obbligata alla revisione legale dei conti. Entro il medesimo termine le S.r.l. dovranno, se necessario, uniformare l’atto costitutivo e lo statuto con la previsione dell’organo di revisione o di controllo (collegio sindacale o sindaco unico).

Per evitare di procedere a specifiche convocazioni, l’impresa potrebbe valutare opportunamente la nomina dell’organo di controllo o del revisore nel corso dell’assemblea fissata per l’approvazione del bilancio 2022, ove lo statuto lo preveda.

RSM, Società di Revisione e Organizzazione Contabile

RSM, Società di Revisione e Organizzazione Contabile S.p.A, parte di RSM International, (nella foto la sede di Roma) tra i principali network internazionali specializzati nella consulenza in ambito Assurance, Tax e Consulting, attraverso il Partner Audit, Luca Pulli evidenzia i benefici della norma:

“La revisione dei conti rappresenta per le aziende un tassello fondamentale per lo sviluppo dell’attività imprenditoriale: l’adozione di una certificazione professionale dei conti consente infatti di interagire con banche, istituti di credito, fornitori e partner industriali, con maggiore autorevolezza e, quindi, con maggiore forza contrattuale, oltre a consentire di accedere a specifici bandi e gare d’appalto indetti da enti pubblici. Il management o l’imprenditore che interpreta le funzioni del revisore come delle mere interferenze e limitazioni della propria libertà di scelta imprenditoriale crea un danno all’impresa in quanto ne rallenta l’evoluzione e ne riduce la competitività. Pertanto, la revisione legale dev’essere vista come uno strumento adeguato a intraprendere un percorso che porti a un elevato grado di trasparenza per il mercato, elemento, quest’ultimo, fondamentale per dare completezza a quel sistema di qualità del controllo che è alla base del nostro ordinamento normativo.”

Per le società adempiere a un tale obbligo comporta oneri non indifferenti, in termini sia di risorse finanziarie sia di carico di lavoro. Continua Luca Pulli: “Per le aziende non adeguatamente strutturate a livello organizzativo e finanziariamente in equilibrio non stabile, ciò può significare non solo costi di esercizio maggiori, ma anche maggiore visibilità nei confronti del mercato, che in questo modo può prendere atto di eventuali punti di debolezza dell’attività della società.

Tuttavia, per un imprenditore una maggiore trasparenza verso il mercato è nel medio termine positiva. Avvalersi di esperti revisori che verificano in modo oggettivo i conti significa poter affrontare e correggere problemi poco visibili, distorsioni organizzative, rapporti coi fornitori da rivedere, etc.. Partire dall’analisi dei conti consente di muoversi a ritroso lungo tutta la catena del valore per verificarne anelli deboli e punti di forza.

Infine, occorre ricordare che – come evidenziato dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza – le aziende sono obbligate ad attivare un sistema integrato della gestione dei rischi che si basa sul monitoraggio della situazione finanziaria. Quindi, la revisione legale dei conti è un tassello imprescindibile all’interno di questo sistema integrato con possibili impatti anche sul modello di corporate governance”.

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