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20 novembre 2023. Si celebrano i diritti dei bambini alla pace in un mondo sempre più in guerra

Per ogni bambino

— di Chiara Libero

  • 20 novembre 1959: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adotta la Dichiarazione dei dititti del bambino.
  • 20 novembre 1980: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adotta la Convenzione sui diritti del bambino.
  • 27 maggio 1991: l’Italia ratifica la Convenzione con la legge 176.
  • I Paesi che hanno adottato la Convenzione sono 196: è il trattato sui diritti umani più ratificato al mondo.

For every child, every right

For every child, every right: tutti I diritti, per ogni bambino. È il tema della Giornata Mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza 2023, che come ogni anno punta il dito su una situazione globale che non è dalla parte dei più piccoli, anzi continua a considerarli vittime innocenti ma sacrificabili di conflitti ed emergenze. Sembra lontana l’applicazione dell’articolo 38 della Convenzione: Ogni bambino ha diritto di essere protetto dalla guerra.

Secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite, dal 2005 e il 2022 almeno 120mila bambini sono rimasti uccisi o mutilati in teatri di guerra. I conflitti sono inoltre direttamente responsabili dell’80 per cento dei bisogni umanitari nel pianeta, perché interrompono l’accesso ai beni di prima necessità, dal cibo all’acqua all’assistenza sanitaria, andando a colpire proprio le categorie più fragili: le donne e i minori.

Puntare l’attenzione non soltanto sulle zone che in questo momento hanno più visibilità mediatica, come Ucraina e Palestina/Israele, ma anche su scenari bellici o che necessitano di interventi umanitari massicci e urgenti che però sono meno presenti sui mezzi di comunicazione è lo scopo del brief lanciato da Unicef Italia: Bambini tra guerre ed emergenze dimenticate (www.unicef.it). Alcuni dati:

  • Dal 7 ottobre al 15 novembre 2023 nella Striscia di Gaza sono rimasti uccisi 4609 bambini, i feriti sono circa 9000. Metà circa del milione e mezzo di sfollati sono minori. In Israele sono 33 i bambini uccisi dal terrorismo, e secondo le autorità militari almeno una trentina sono prigionieri a Gaza.
  • In Ucraina (uno dei Paesi più contaminati dalle mine) due anni di guerra hanno causato tra i bambini 560 morti e circa 1200 feriti. Secondo le Nazioni Unite il numero potrebbe essere molto superiore.
  • In Siria dopo 12 anni di conflitto i minori che hanno bisogno di assistenza umanitaria sono 7 milioni; quelli rimasti uccisi o feriti sono circa 13mila.
  • In Sudan la guerra è un fattore di altissimo rischio per 24 milioni di bambini; 3 milioni di questi sono stati costretti a sfollare per sfuggire a violenze, stupri e mutilazioni.
  • Ad Haiti 1,6 milioni di donne e bambini vivono in aree controllate da bande armate; secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, solo quest’anno, al 30 settembre, sono stati registrati 5599 casi di violenza, con 3156 uccisioni.
  • Nello Yemen 8 anni di guerra (dal 2015) hanno causato la morte o il ferimento di più di 11mila bambini. 2,3 milioni sono sfollati in campi profughi e soffrono di malnutrizione. 4mila minori sono stati reclutati dalle parti in conflitto.
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