a
Sorry, no posts matched your criteria.
 • economia e finanza  • Il decreto Sostegni-Bis strizza l’occhio alla giovane imprenditoria italiana

Il decreto Sostegni-Bis strizza l’occhio alla giovane imprenditoria italiana

Il decreto Sostegni-Bis, approvato lo scorso 20 maggio, ha portato delle significative, e positive, novità per quanto riguarda le giovani imprese italiane. Infatti l’articolo 14 prevede, nei suoi primi due commi, che tutte le persone fisiche che decidano di investire in startup e PMI innovative tra il 2021 e il 2025 possono beneficiare di un’esenzione dalle imposte sul cosiddetto capital gain, ossia la plusvalenza derivante dalla cessione di strumenti finanziari come, nel nostro caso, delle partecipazioni societarie.

Che significa? Semplice: al momento della cessione, gli investitori potranno risparmiare l’aliquota del 26%, che normalmente viene applicata sull’incremento di valore delle azioni (o delle quote) tra il momento di acquisto e quello, appunto, di vendita. Si stima che questa misura potrebbe valere fino a 30 milioni di euro all’anno smobilitando, quindi, importanti investimenti.

L’unica condizione prevista è che le relative azioni o quote vengano detenute per un periodo di almeno 3 anni, in modo da garantire un lasso di tempo sufficientemente lungo ed evitare operazioni meramente speculative. Ai sensi del comma 3, tuttavia, anche chi esce dall’investimento cedendo le partecipazioni prima dei 3 anni può beneficiare dell’esenzione, a patto che le plusvalenze realizzate siano a loro volta reinvestite in startup e PMI innovative entro un anno.

La misura, a testimonianza della crescente attenzione della politica verso questo tipo di investimenti e operazioni, si somma alle detrazioni IRPEF del 50% (entro un massimo di 300 mila euro) previste nel c.d. “decreto Rilancio” adottato nel 2020. L’intenzione è chiara: tra gli obiettivi primari del legislatore figura certamente quello di stimolare il settore dell’innovazione tramite l’iniezione di nuovo capitale di rischio. L’Italia, infatti, storicamente troppo affezionata al finanziamento bancario, è ancora piuttosto indietro nel campo del venture capital e del private equity rispetto ai propri “colleghi” – o competitors – europei. Basti pensare che nel 2020 questi investimenti hanno raggiunto, in Italia, i 600 milioni di euro, mentre in Francia e Germania sono stati, rispettivamente, di 5.4 e 6.4 miliardi.

Proprio per salvaguardare questo settore ancora emergente della nostra economia, il decreto Sostegni-Bis non si limita ad agevolare dal punto di vista fiscale gli investitori, ma prevede anche un piccolo contributo a fondo perduto per un ammontare massimo di 1000 euro da destinare proprio alle startup e alle PMI innovative. Il decreto è certamente concepito per far fronte alle gravi conseguenze economiche che la pandemia ha portato con sé e, infatti, possono accedere a questo contributo solamente le imprese che nel 2020 abbiano contabilizzato un fatturato inferiore di almeno il 30% rispetto a quello del 2019. Tra le condizioni, inoltre, figura l’apertura della partita IVA a partire dal 2018 e l’inizio delle attività almeno nel 2019.

La strada è ancora lunga, ma la direzione intrapresa dall’attuale Governo sembra quella giusta: investimenti in conto capitale per garantire il recupero e lo sviluppo di imprese stabili, in grado di valorizzare il rinomato “genio italiano”.

POST A COMMENT