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GameStop, così i millennials sfidano i veterani di Wall Street

I millennials stanno mandando al tappeto gli investitori veterani di Wall Street. Sembra la trama di un film ma è quanto accaduto lunedì alle azioni di GameStop, la catena di negozi di videogiochi statunitense quotata al New York Stock Exchange.

Il titolo GameStop alle stelle

La società è in crisi da tempo e nonostante la pandemia abbia fatto salire alle stelle il fatturato del settore dell’intrattenimento, durante l’ultimo incontro con gli investitori ha rivelato che prevede di chiudere oltre 1000 negozi entro la fine dell’anno fiscale, vale a dire entro l’1 aprile 2021. Per sapere se il lancio delle console next-gen avrà portato una boccata d’ossigeno alla catena bisognerà ancora attendere.

Nel frattempo lunedì sono state scambiate circa 175,5 milioni di azioni della società.

Che cosa è accaduto a GameStop?

Un gruppo coordinato di utenti di Reddit, una piattaforma a metà tra un social e un forum che conta circa tre milioni di iscritti, ha deciso di cominciare a comprare azioni di GameStop, spiazzando gli investitori istituzionali. Molti infatti avevano scommesso sul tracollo di Gamestop.

Da settimane giovani investitori amatoriali si scambiavano migliaia di messaggi con meme, emoji di razzi, dirette sulla piattaforma di streaming Discord, incoraggiandosi a vicenda per comprare azioni di GameStop. Gli utenti del subreddit Wallstreetbets hanno quindi deciso di puntare sulla società e di acquistare un enorme quantità delle sue azioni. Una mossa che ha fatto schizzare il prezzo in Borsa, passato da 3 dollari di metà 2020 al massimo toccato lunedì di $159.

Moltissimi utenti hanno sostenuto di aver guadagnato decine o centinaia di migliaia di dollari, grazie a operazioni di speculazione su GameStop. E’ difficile provare che sia vero ma l’euforia sul titolo ha contagiato anche personalità del mondo della finanza e dell’economia negli Stati Uniti: Jim Cramer, il più famoso giornalista finanziario americano, ha detto che quello che sta avvenendo è un fatto unico, e l’imprenditore Elon Musk ha incoraggiato gli investitori amatoriali di Reddit, pubblicando l’indirizzo di r/wallstreetbets.

Parte della colpa di questa crescita del titolo la si deve anche all’imprenditore Ryan Cohen, fondatore ed ex ceo di Chewy, una fiorente azienda di e-commerce focalizzata su articoli per animali domestici, che già qualche mese fa aveva comprato il 10% delle azioni di GameStop, e che lo scorso 11 gennaio è entrato nel consiglio di amministrazione dell’azienda. E’ stato forse il segnale del rompete le righe per gli utenti di r/wallstreetbets che hanno deciso, in maniera in parte caotica e in parte organizzata, che bisognava comprare in massa azioni di GameStop.

GameStop e short squeeze

Con il titolo alle stelle si è verificato uno short squeeze con gli short seller che, spaventati, hanno cominciato a comprare azioni di GameStop per limitare le perdite alimentando ulteriormente lo slancio del titolo. Nel frattempo Discord ha bannato il server di r/WallStreetBets

Quello che è accaduto con GameStop è un fatto senza precedenti che sta spiazzando i professionisti finanziari. Si tratta infatti di una società con fondamentali scarsi: l’azienda è in perdita e in declino, anche se all’inizio del mese la società ha riportato una crescita delle vendite di circa il 5% nel periodo natalizio e un boom di quelle digitali che sono salite di oltre il 300%. Inoltre, stando alle stime degli analisti, le previsioni per la prossima trimestrale sono positive.

Ma se non fosse stato per gli utenti di r/wallstreetbets il titolo sarebbe in calo.

Il rialzo improvviso e inaspettato del titolo ha però dimostrato che millennials o giovani investitori amatoriali possono essere in grado di influenzare fortemente le transazioni, ribaltando alcune delle regole dei mercati.

C’è ancora molto entusiasmo per valutare se quanto accaduto con GameStop può cambiare seriamente il modo in cui operano i mercati finanziari. Le istituzioni e gli investitori tradizionali stanno ancora valutando ma quel che è certo è che i millennials hanno inferto un primo colpo al sistema. E potrebbe non essere l’unico.