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Oatly, il latte d’avena delle celebrities sta per sbarcare a Wall Street

Star come Oprah Winfrey o il rapper Jay-Z sono tra i più forti sostenitori. Ma ora Oatly Group AB, piccola società svedese di alimenti e bevande vegan come il latte d’avena, sta per fare il grande passo e sbarcare a Wall Street (nel Nasdaq con il ticker OTLY). Lunedì 19 aprile nel fascicolo presentato alla Securities and Exchange Commission (SEC), Oatly ha dichiarato che prevede di raccogliere 100 milioni di dollari tramite la vendita di American Depositary Shares (ADS). Nel prospetto si legge anche che la società potrebbe perseguire una quotazione a Hong Kong nel caso generasse più del 25% dei ricavi dalle vendite nella regione Asia-Pacifico per due trimestri fiscali consecutivi.

Una piccola società svedese

Negli scorsi mesi l’azienda, fondata in Svezia nel 1994, ha chiuso un round di investimento da 200 milioni di dollari, sottoscritto, tra gli altri, dalla star della tv Oprah Winfrey, dall’attrice Natalie Portman, dall’ex capo di Starbucks, Howard Schultz e dal colosso Blackrock. E recentemente ha investito 15 milioni di dollari nella costruzione di un nuovo centro produttivo in New Jersey mentre sono in costruzione tre strutture a Singapore, in Cina e nel Regno Unito.

L’IPO di Oatly potrebbe superare quella di Beyond Meat

La IPO ha tutte le carte in regola per essere un successo e potrebbe addirittura superare quella dell’azienda di carne vegetale Beyond Meat, del maggio 2019. Quest’ultima è stata protagonista tra l’altro di un balzo delle azioni del 441% dal suo sbarco in Borsa. A rafforzare il trend dei prodotti vegetali si aggiunge un recente studio di PR Newswire secondo cui il mercato del plan based milk potrebbe arrivare a valere ben 26 miliardi di dollari nel 2026.

Un mercato in espansione grazie ai Millennials

Nel 2020 Oatly ha registrato una perdita di 60 milioni di dollari su un fatturato di 421 milioni, rispetto a una perdita di 35,6 milioni su un fatturato di 204 milioni nel 2019. L’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) è emersa come quella che ha maggiormente contribuito ai ricavi con il 64%, seguita dalle Americhe con il 24% e dalla Cina con il 13%.

A quasi quattro anni dall’arrivo negli Stati Uniti, i prodotti Oatly vengono venduti in circa 7.500 negozi al dettaglio e 10.000 caffetterie del Paese, e nel 2020 hanno prodotto un fatturato di 100 milioni di dollari.

Nell’ultimo periodo è esplosa la domanda di questi prodotti a base vegetale soprattutto tra i milennials e i clienti giovani più attenti all’ambiente e disposto a pagare di più per prodotti salutari. E infatti Oatly ha stretto una partnership con Starbucks e punta a conquistare una parte del mercato lattiero-caseario globale, attualmente stimato in 600 miliardi di dollari. Il grande giorno per Oatly si avvicina.

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