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Ritratti. Fare un bel ritratto non è cosa semplice

di Guido Alberto Rossi

Fare un bel ritratto non è cosa semplice, l’aveva scoperto anche Leonardo dipingendo la Gioconda, da lì in poi è passata molta acqua sotto i ponti, fino ad arrivare ai giorni nostri dove i ritratti si fanno anche con lo smartphone, i più avanzati hanno anche una funzione “ritratto” incorporata tra i programmi della macchina fotografica e video.

Secondo alcuni dati statistici ognuno di noi scatta 3.650 foto all’anno, (dato di Google, mistero come li abbia contati) tra questi scatti quante saranno le foto di ritratti inclusi i selfie (Google non lo sa) che poi sono degli autoritratti, pronipotini dei famosi autoritratti dei pittori importanti.

Gente comune a parte, ci sono poi i fotografi professionisti che scattano ritratti per vivere e per ritratto intendiamo una vasta gamma di immagini, che va dalla foto del Presidente della Repubblica che poi finisce in tutti gli uffici pubblici, ai personaggi che quotidianamente finiscono in copertina, sia gente importante che fa girare il mondo economico, che star dello spettacolo, fino ai ritratti dei personaggi politici o dei comici, che spesso coincidono.

Ci sono anche dittatori che di ritratti ne vogliono più di uno, praticamente vestiti con tutte le divise che hanno nell’armadio, in genere amano molto anche i ritratti dove baciano dei bellissimi bambini che stranamente hanno sempre un fiore in mano.

Siccome tutte queste immagini sono perfette nei minimi particolari, viene da pensare che la perfezione sia dovuta anche dalla paura del fotografo di sbagliare qualcosa e finire direttamente davanti al plotone d’esecuzione.
La famiglia reale inglese ha avuto grandissimi fotografi che nel corso del secolo si sono avvicendati nel difficile compito d’immortalare in un solo super ritratto ben 31 famigliari e parenti, dalla regina Elisabetta in giù fino agli ultimi nipotini, pensare ad illuminarli tutti bene e farli tutti sorridere contemporaneamente e senza che nessuno strizzi gli occhi o faccia una smorfia. Diversi di questi grandi professionisti sono poi stati anche nominati baronetti dalla regina.
Recentemente negli USA anche l’ufficio dello sceriffo di Fulton County in Georgia ha scattato un ritratto o, meglio, una foto segnaletica a Donald Trump che non solo ha fatto il giro del mondo, ma è stata usata per vario merchandising, facendone il ritratto più famoso dell’ex presidente.

Anni fa in tutto il mondo erano di moda le figurine con le facce dei campioni dello sport e ricordo alcuni colleghi che fotografavano il calcio che appena riuscivano a scattare dei bei ritratti dei giocatori di serie A, correvano a Modena da Panini Editore. Oggi basta mandarle mentre scattano via mail, mentre fino circa dieci anni fa vinceva il fotografo che guidava più veloce.

Esistono poi le foto di ritratto etnico, non esiste un reportage geografico che non abbia anche foto degli abitanti del luogo. Queste sono abbastanza facili da scattare, ovviamente dipende dove, se sei a Gerusalemme evita di ritrarre gli ultraortodossi, amano tirare le pietre ai fotografi, idem altri religiosi sensibili alle foto, compresi alcuni sciamani che sostengono che la foto gli ruba l’anima; quindi, meglio chiedere il permesso prima di portare la macchina all’occhio, comunque questa regola di cortesia è bene usarla sempre quando si fotografa una persona.

Mentre generalmente parlando, in tutta l’Asia la gente è molto disponibile verso i fotografi, in India alle volte mi è spesso capitato che varie persone mi hanno fermato e chiesto un ritratto.
Se si scatta per hobby si può fare a meno di chiedere di firmare una liberatoria, ma se scatti per mangiare è sempre bene girare con un pacchetto di liberatorie nella borsa e farle firmare quando il soggetto è riconoscibile.

Giorgio Armani

Le belle foto di ritratto/i (soggetto a parte… a destra Giorgio Armani) hanno due regole fondamentali che funzionano anche per chi usa il telefonino e ama farsi i selfie: la luce e la composizione, se non hai la luce giusta che illumina bene il volto viene una brutta foto e se poi la composizione dell’immagine è mal fatta diventa una foto orribile. Se poi la persona da fotografare è in un interno poco illuminato la cosa si complica: in mancanza di illuminazioni artificiali un buon rimedio può essere portare il soggetto vicino ad una finestra ed usare la luce naturale, di notte non funziona.

Per quanto riguarda le ottiche da usare, non c’è una regola precisa, vanno bene tutti gli obiettivi, ovviamente dipende dalla situazione, si possono anche fare dei bellissimi ritratti con un grand’angolo, la cosa importante è che l’obbiettivo (anche del telefonino) sia sempre puntato al centro della faccia del soggetto per evitare distorsioni non volute.

Sfogliando le riviste, noterete che più la persona è importante e più il loro ritratto è bello, questo perché un VIP non si fa mai fotografare da uno scattatore mediocre e sconosciuto. Un altro fattore molto importante è l’espressione del soggetto, in genere la foto dove il soggetto ha l’espressione migliore si ottiene nei primi scatti, dopo di che chiunque sia il modello, dopo pochi minuti davanti all’obiettivo si distrae e cambia espressione per sempre.

Vedo spesso gente che si fa un sacco di fotografie per strada, prevalentemente per poi postarle sui siti social e che non ha la minima idea dell’esistenza di queste due regolette e così alla fine moltissimi ritratti vengono uno schifo.

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