Il PD ha messo in campo una Contro Manovra con delle proposte importanti e concrete

Intervistiamo l’economista Alessia Potecchi del Dipartimento Economia e Finanze del PD

“Le nostre proposte delineano una politica di bilancio coerente con l’obiettivo di superare un modello economico “mercantilista povero” segnato dalla stagnazione della produttività e dei salari, la precarizzazione dell’occupazione, la diffusione del lavoro come sfruttamento e puntano ad una traiettoria di sviluppo dinamico, sostenibile e inclusivo, attraverso la promozione di investimenti e riforme funzionali alla transizione ecologica e digitale, al rilancio della produttività, alla creazione di lavoro stabile e retribuito dignitosamente, alla riduzione delle disuguaglianze”.
Ci vuole dare un po’ di dettagli?
Abbiamo proposto alcune misure per spingere il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti per contrastare i ritardi intollerabili in alcuni casi nei rinnovi dei contratti nazionali che riguardano più delle metà dei lavoratori dipendenti. Alcune proposte contro il caro vita che avevamo già avanzato in precedenza : Proroga di un anno del regime di maggior tutela luce e gas che non costa all’erario ma protegge le famiglie dall’aumento a dismisura delle bollette, congelamento dell’indicizzazione degli affitti fino a fine 2024. Proroga del potenziamento del bonus sociale luce e gas per tutto il 2024,
rifinanziamento del bonus per gli abbonamenti al trasporto pubblico locale e la gratuità degli abbonamenti per gli studenti fino a 26 anni con un ISEE fino a 35 mila euro, analogamente a quanto già previsto dalle regioni Emilia-Romagna e Campania, misure contro il caro scuola libri di testo, trasporto scolastico, mense che vadano incontro alla difesa del potere di acquisto dei redditi.

In questi giorni si parla molto anche di sicurezza sul lavoro

Proponiamo, per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, l’aggiornamento del piano di investimenti INAIL finalizzato a favorire l’innovazione tecnologica nel comparto della sicurezza. Molte di queste misure sono a costo zero. Proponiamo di finanziare gli interventi onerosi (circa 5 miliardi nel 2024) attraverso la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (risorse da destinare in particolare al bonus sociale luce e gas e alle misure per il trasporto pubblico locale) e la revisione accurata della spesa pubblica.
Investimenti per la transizione ecologica e digitale, le politiche industriali, le politiche per gli investimenti pubblici, che si incrociano sempre di più a quello che si va decidendo e delineando a livello europeo. Proponiamo alcuni strumenti per accompagnare il sistema delle imprese verso la transizione green che è il modo migliore per proteggere la vocazione manifatturiera del nostro paese. Un incentivo sotto forma di credito d’imposta per l’installazione di impianti fotovoltaici per autoconsumo sui tetti degli edifici ad uso industriale, commerciale e agricolo. Per quanto riguarda le comunità energetiche rinnovabili, proponiamo l’istituzione di un fondo rotativo di garanzia per il credito a tasso agevolato, un “Voucher Italia Digitale” per la
digitalizzazione delle piccole e medie imprese, la creazione di un Fondo da 22 miliardi di euro tra il 2024 e il 2035 per accompagnare le imprese
nella conversione ecologica e l’istituzione di una cassa integrazione speciale per accompagnare le lavoratrici e i lavoratori nelle riconversioni industriali senza lasciare indietro nessuno.
Come si possono finanziare tutti questi interventi?
Questi strumenti sono finanziati mediante la riduzione dei sussidi dannosi per l’ambiente, inoltre un credito d’imposta per la formazione digitale, proponiamo il ripristino dell’ACE (Aiuto alla Crescita Economica) e l’abolizione della deduzione IRES maggiorata per il costo del lavoro incrementale.
Riproporremo il ripristino degli incentivi alla crescita economica, per aiutare le imprese in un momento in cui il cui credito bancario è sempre
più difficile e i tassi aumentano e se le imprese hanno retto meglio la crisi del 2020 è anche perché venivano da anni in cui utilizzavano la
leva di questo strumento. Rilanciamo una serie di proposte sul mezzogiorno che avevamo presentato in occasione della discussione del DL
Sud tra cui in primis la risoluzione del nodo EX Ilva su cui il Governo davvero sta facendo un gran pasticcio senza arrivare a dei risultati
concreti e mettendo a repentaglio l’occupazione di 15.000 lavoratori.
Il Governo come dicevo prima ha proposto sul piano industriale una serie di privatizzazioni per fare cassa su cui siamo contrari per fare si che il debito se pur di poco diminuisca nel triennio di programmazione 2024 – 2026 ma fare cassa svendendo le partecipazioni pubbliche espone l’Italia al rischio di un forte indebolimento del ruolo dello Stato nelle politiche industriali che è esattamente l’opposto di quanto stanno facendo gli altri Paesi europei. In materia di investimenti pubblici, proponiamo l’istituzione di un Fondo di 16 miliardi di euro per il periodo 2024-2032 per finanziare un Piano Casa
per la riqualificazione energetica di 150 mila alloggi residenziali pubblici, da finanziare con le risorse previste per il Ponte sullo Stretto di Messina (11,63 miliardi per il 2024-2032) e una modifica del meccanismo di riparto del conto energia che porti la quota destinata a soggetti pubblici da 200 a 700 milioni di euro annui.
Altro tema molto importante è quello della sanità e dei servizi pubblici essenziali, quali sono le vostre proposte?
Ci hanno raccontato che grazie alle risorse che la Finanziaria mette nel fondo sanitario nazionale questo raggiunge un record dal punto di vista del
suo valore assoluto: dimenticano però un dettaglio molto importante che in rapporto al PIL la spesa sanitaria pubblica diminuirà e diminuirà al di sotto di quella che era stata la media del quinquennio precedente la pandemia, questo è il vero dato di fondo e la nostra proposta è uno stanziamento aggiuntivo di 4 miliardi del 2024 e un miliardo a decorrere dal 2025 per le liste di attesa, per lo sblocco delle assunzioni, per affrontare un rilancio vero del Sistema sanitario pubblico che per noi è una priorità assoluta mantenendo nel 2024 il rapporto tra la spesa sanitaria pubblica e il PIL al livello del 2023 (6,6%). Lo stanziamento viene finanziato con misure di contrasto all’evasione fiscale e la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi.
Proponiamo di riportare al 5% l’aliquota IVA per i prodotti per l’igiene femminile e la prima infanzia (163 milioni a decorrere dal 2024).
Il Sistema pensionistico, perché il Governo che doveva abolire la Fornero con questa legge di bilancio fa un grande passo indietro su alcuni strumenti di flessibilità mirata che noi avevamo introdotto e che vogliamo difendere nella loro versione originaria, APE sociale che aiuta i più fragili nell’accesso alla pensione, Opzione Donna che si rivolge anche qui ad un settore debole del mondo del lavoro e il tema non affrontato della pensione di garanzia per i giovani lavoratori che andranno in pensione con un sistema interamente contributivo ma in assenza dell’integrazione al minimo che invece era prevista nel vecchio sistema retributivo.
Un insieme di proposte ambiziose che hanno ovviamente dei costi che indicheremo passo per passo le relative coperture cioè dove andare a
prendere questi soldi. Perché è vero che la coperta è corta ma il Governo non ha provato minimante ad allungarla perché avrebbe evidentemente disturbato settori del proprio elettorato.
Non si può non pensare di reperire risorse aggiuntive in un paese in cui l’evasione fiscale è stimata dallo stesso Governo in 87 miliardi di euro, in cui le agevolazioni fiscali sottraggono ogni anno 82 miliardi di euro all’erario di cui 44 relativamente alla sola IRPEF, non è possibile che non si possano reperire risorse per aiutare le famiglie e le imprese per la transizione ecologica in un Paese in cui ogni anno si spendono 23 miliardi di euro per sussidi ambientalmente dannosi. Non si può non fare una revisione della spesa seria in un Paese in cui non la spesa sociale ma la spesa per l’acquisto di beni e servizi tocca i 171 miliardi di euro con un Governo che ha fortemente tagliato la spesa sociale.
Questo è il senso di una possibile e concreta strada alternativa di politica economica e sociale per affermare l’idea che è necessario che il paese imbocchi una strada diversa dal punto di vista economico e sociale ma che soprattutto è necessaria.
Inoltre noi oggi dobbiamo davvero realizzare le Riforme di cui il Paese ha bisogno, ce lo chiede l’Europa e in questo processo serio dobbiamo
cercare di coinvolgere le persone, farle sentire protagoniste per farle riavvicinare alla politica, contrastare l’astensionismo che oggi è allarmante e per potere giocare un ruolo importante nel contesto europeo e completare l’Unione europea sui tanti capitoli che ancora mancano penso alla Difesa, a un fisco comune, alle politiche migratorie, al mercato unico bancario.