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Il pericolo della Artificial Intelligence nella fotografia digitale

Con queste immagini (tutte realizzate con programmi di intelligenza artificiale (AI), ovvero i deepfake) vi voglio dimostrare come ormai la verità fotografica non sia più una certezza.

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Proprio alcuni giorni fa, dei farabutti si sono divertiti a trasformare con la AI, la bella e brava Taylor Swift in una volgare pornostar, il primo ministro britannico Sunak invece è finito in rete con varie deepfake photo e filmati dove dice cose assurde. Tempo fa giravano delle foto di Trump, di Papa Francesco e Macron, realizzate con l’AI in situazioni folli, ma era chiaro che erano uno scherzo, però con la stessa facilità con cui si fanno gli scherzi bonari si possono anche fare delle mascalzonate, e qui i troll russi sono maestri, ricordiamoci cosa hanno fatto a Hillary Clinton, durante le elezioni USA 2016, vinte da Trump, e allora non c’erano le foto AI, se no chissà cosa avremmo visto.

Poi ci sono anche lavori belli ed onesti come tutte le foto della campagna stampa Moncler, dove le persone/modelli, sono state realizzate con AI e, con un meraviglioso lavoro di Photoshop, hanno indossato giacche a vento della celebre casa. Il fotografo tedesco Boris Eldagsen ha preso tutti in giro creando una foto con AI, presentandola e vincendo il concorso Sony World Photography Awards, poi da persona seria ha rifiutato il premio e spernacchiato tutti, raccontando la verità. L’ultimo telefonino Samsung ha installato un programma di AI, che può modificare le foto al momento.

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Tutto questa “intelligenza artificiale”, mischiata alla fotografia, mette molta paura e deve obbligatoriamente essere regolamentata in maniera drastica e a prova di trucco, altrimenti si dovrà tornare ai vecchi rullini in pellicola per avere la certezza che non c’è trucco e non c’è inganno. Giorni fa, leggendo una rivista di fotografia, c’era un articolo, che informava che le maggiori case produttrici di macchine fotografiche, stanno studiando un sistema per “certificare” le foto scattate, ma non la vedo molto semplice e neanche in tempi brevi. Sicuramente faranno prima dei legislatori che ormai da mesi ci stanno girando in tondo, ma finora non hanno cavato un ragno dal buco.

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Il rischio che le grandi e serie agenzie fotografiche, facciano degli scoop, creando ed usando immagini deepfake AI a fini giornalistici è improbabile, perché si brucerebbero commercialmente.

Come è abbastanza certo che nessun giornale serio, caschi in una trappola fotografica deepfake AI, senza verificarne la veridicità. Ma sui social e nelle migliaia di riveste on-line è abbastanza facile che foto AI, vengano utilizzate per discreditare o esaltare, persone o situazioni che necessitano di essere manipolate nel bene e nel male. Non ci vuole una gran competenza per utilizzare i programmi che generano queste immagini; ce ne sono vari, da quelli a pagamento a quelli free, ovviamente quelli a pagamento sono i migliori.

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Le belle immagini di questo articolo sono state realizzate da Carlo Alberto Mari, con il programma Midjourney – http://.davinci.ai , che è a pagamento ed è usato da molti studi grafici e pubblicitari, così come il programma Dall-E, anch’esso ad abbonamento. Ma se volete provare gratuitamente a realizzare delle foto deepfake AI di buon livello potete andare su questa pagina https://stablediffusionweb.com/, scendete dove c’è il titolo Stable Diffusion Playground, inserite le parole dei soggetti che desiderate realizzare e, nella casella “Enter Your prompt”, cliccate su “Generate Image”. In pochi secondi avrete una serie di foto fake che potete usare come credete.

Guido Alberto Rossi 

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