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Venture Capital: nasce Deep Blue Ventures, il nuovo fondo deep tech che investe nelle tecnologie aerospaziali

Deep Ocean Capital SGR SpA annuncia la nascita di Deep Blue Ventures, il fondo Deep Tech di Venture Capital – il primo con sede a Roma – nato per sostenere le startup, spin-off e più in generale le iniziative di innovazione nell’ambito aerospaziale con particolare focus sulle tecnologie dell’intelligenza artificiale applicate ai settori della sanità e della sostenibilità.

Il Fondo debutta con una dotazione da 40,8 milioni di euro, su un target complessivo di raccolta di 70 milioni: il primo closing è stato sottoscritto dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI), parte del Gruppo BEI, e da CDP Venture Capital SGR tramite il suo fondo di Technology Transfer – in qualità di Corner Investor – insieme a Blue Ocean Finance e ReItaly21 come Investor. La prospettiva è che il Fondo sia aperto all’ingresso di altri soggetti, investitori professionali e non professionali, che potranno partecipare all’investimento e alla crescita dell’ecosistema dell’innovazione deep tech italiana.

Tra i Partner di DBV un grande player industriale nel settore dell’aerospazio e della difesa come Leonardo, l’ESA (European Space Agency), l’I3P (l’incubatore di imprese innovative del Politecnico di Torino), e ancora il CNR e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).

 

Deep Blue Ventures (DBV) si focalizzerà sulla fase seed e early stage delle giovani imprese, ossia da quello stadio in cui le aziende verificano il product-market fit fino al momento in cui l’organizzazione ha costruito basi solide per iniziare a “scalare” nel proprio processo di crescita.

 

“Il limite principale al successo dei fondi deep tech e di technology transfer (TT) sino ad ora è stato il difficile processo di trasformazione della ricerca in iniziative imprenditoriali e il controllo limitato o nullo su di esso. Il corto circuito si innesca all’interno dell’incomunicabilità tra centri di ricerca, imprese, istituzioni politiche e finanziarie che spesso operano separatamente e per differenti obiettivi all’interno della filiera dell’innovazione, con l’inevitabile conseguenza che le migliori innovazioni italiane faticano a scalare i mercati e, in alcuni casi, neanche vi approdano.

Questo è il motivo per cui con Deep Blue Ventures abbiamo optato per un modello operativo diverso, basato sulla creazione di un ecosistema del Deep Tech e del Trasferimento Tecnologico che coinvolga tutti gli attori necessari alla crescita delle imprese, ciascuno di essi operante nel rispetto del proprio ruolo, ma in stretta sinergia con gli altri” dichiara Emilia Garito, Chairman e co-Founder di Deep Ocean Capital SGR SpA.

 

DBV adotta un approccio di investimento in cui ogni stakeholder è coinvolto dalla prima fase di sviluppo per stimolare il processo di creazione di valore, fino all’exit. Da un punto di vista logico il fondo si muove all’interno di un Deep Tech Factory Model, costituito da due elementi portanti: un fondo deep tech di venture capital, Deep Blue Ventures, che rappresenta la componente finanziaria, e una deep tech startup factory, ovvero l’ecosistema di venture builders, acceleratori, incubatori e venture studios che costituisce la componente industriale.

 

Deep Blue Ventures svolge quindi il ruolo di fondo di capitale di rischio deep tech, fungendo da catalizzatore dell’intero processo di innovazione e investendo quando la società potenziale target ha superato il processo di riduzione del rischio tecnologico. Questo modello permette lo sviluppo sostenibile dei business deep tech, costruendo valore crescente e duraturo nella combinazione delle due componenti industriale e finanziaria. DBV si focalizzerà su investimenti in fase iniziale – Seed Round e, in alcuni casi selezionati, Round A – in cui giocherà il ruolo di investitore principale in tecnologie esponenziali, quali Intelligenza Artificiale e Quantum Technologies, sino ad arrivare all’intersezione di settori strategici come l’Aerospaziale, L’Health e la Sostenibilità (con particolare riguardo alla biologia sintetica). Settori questi in cui l’Intelligenza Artificiale ha il ruolo di acceleratore delle soluzioni tecnologicamente più avanzate che fino ad oggi, a causa della sua assenza, sono state lontane dall’essere sviluppate.

 

“Crediamo fermamente che dopo un’ondata di innovazione lunga 10 anni, ce ne sarà un’altra che sarà più profondamente orientata a tecnologie disruptive e ancora più dirompente della precedente. L’Europa e l’Italia, grazie al loro patrimonio di università – tra le migliori a livello globale – i centri di ricerca e l’ingegno scientifico e industriale, sono ben posizionate per supportare gli innovatori di oggi e trasformarli nei grandi imprenditori di domani. Noi di Deep Ocean Capital siamo qui per cogliere e accelerare questa grande ondata di innovazione” dichiara Domenico Nesci, CEO e co-Founder Deep Ocean Capital SGR SpA.

 

Nel CdA di Deep Ocean Capital SGR SpA, società di gestione del risparmio che gestisce il fondo DBV, accanto a Emilia Garito e Domenico Nesci, ci sono Paolo Cellini, Marco Simoni e Alessandro Commito. Membri del collegio sindacale: Pierluigi Pace, Ignazio Carbone e Pierluigi Cirielli. Head of Operation: Emanuela Paravati.

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