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La pizza napoletana diventa “specialità tradizionale garantita”

La vittoria del Made in Italy: dal 18 dicembre la pizza napoletana diventa una Stg, cioè una “specialità tradizionale garantita”, e i ristoratori non potranno fare riferimento alla pizza napoletana nel proprio menù a meno che non rispettino le regole previste dal disciplinare di produzione su ingredienti, metodi di preparazione e cottura.

Il regolamento dell’Unione europea

A deciderlo è stato il regolamento dell’Unione europea numero 2313 del 2022, che ha approvato la richiesta dell’Italia che chiedeva la registrazione della specialità italiana ormai sulla (e nella) bocca di tutti.

Il regolamento, in particolare, fa a sua volta riferimento all’articolo 19 del regolamento (UE) n. 1151/2012, quando prevede che una Stg debba rispettare un “disciplinare” che contenga: (a)  il nome di cui è proposta la registrazione, nelle versioni linguistiche pertinenti; (b)  la descrizione del prodotto, comprese le principali caratteri­stiche fisiche, chimiche, microbiologiche od organolettiche, a dimostrazione della specificità del prodotto; (c)  la descrizione del metodo di produzione che i produttori devono rispettare, compresi se del caso la natura e le carat­teristiche delle materie prime o degli ingredienti utilizzati e il metodo di elaborazione del prodotto; e (d)  gli elementi fondamentali che attestano il carattere tradizio­nale del prodotto.

I requisiti della “pizza napoletana”

Nella pratica, potranno forgiarsi della denominazione di “pizza napoletana” come specialità tradizionale garantita solo coloro che garantiranno, certificati da un ente terzo, le ore minime di lievitazione, la stesura a mano della pasta, le modalità di farcitura, la cottura in forno a legna a 485 gradi e l’altezza di uno o due centimetri del cornicione.

Ma non finisce qui. La vera pizza deve essere preparata con materie prime italiane: olio extravergine di oliva, basilico fresco, Mozzarella di bufala campana DOP, Mozzarella tradizionale STG, pomodori pelati e pomodorini freschi.

Il comunicato della Coldiretti

«Il nuovo regolamento – si legge nel comunicato stampa della Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana – offre la possibilità di migliorare la trasparenza verso i consumatori sulla produzione di un piatto simbolo del Made in Italy, mettendo in sicurezza la sua meritata fama internazionale, proprio alla vigilia del quinto anniversario dell’iscrizione de “L’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano” come patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco, avvenuta il 6 dicembre 2017».

Le sanzioni: work in progress

La regola, per essere effettiva, deve prevedere una sanzione per i trasgressori: per questo motivo l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi (Icqrf) sta già lavorando per definire le disposizioni sanzionatorie inerenti alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari.

Un passo in più verso la tutela del Made in Italy e delle eccellenze del nostro territorio.

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