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Nail art, arte sulle unghie. Veronica Rigotto, onicotecnica e nail artist

Nail art. Veronica Rigotto, campionessa italiana di nail art, apre un salone a Milano2: “uscire le unghie” non è mai stato così di moda.

— di Annachiara De Rubeis

Da Fedez, Damiano dei Maneskin, Harry Styles, fino a Matteo (il mio compagno di uni) e un esercito di ragazze di ogni età… è troppo? No. È un dato di fatto, l’Arte sulle Unghie ha invaso il nostro stile quotidiano. Sempre alla ricerca delle ultime novità e di fantasie uniche sulle nostre mani, forse non sapremo quale sarà la prossima tendenza da sfoggiare, eppure una cosa è certa: non ne avremo mai abbastanza. Le nail artists sono arrivate al fronte, ma in cosa consiste questa professione così richiesta? E chi sono le onicotecniche? A svelarci i trucchi del mestiere è Veronica Rigotto, 35 anni, onicotecnica e nail artist, che dopo aver conquistato il titolo di campionessa d’Italia, nonché terza classificata a Dubai, con la sua partita Iva ha deciso di aprire a Milano2 la sua prima attività come beauty center.

Premessa

L’onicotecnico è un esperto specializzato nella ricostruzione e decorazione delle unghie, che, avendo studiato l’anatomia dell’unghia, è in grado di riconoscerne eventuali malattie ed intervenire a seconda dei casi, consigliando di rivolgersi ad un medico se necessario.

Nail art. Intervista a Veronica Rigotto

Da dove inizia la tua storia? E come sei diventata onicotecnica?

La mia storia inizia nel 2006, anno in cui prendo il diploma di liceo artistico. Già in quegli anni avevo la passione per le unghie, ma la consideravo appunto una semplice passione. Prima non esisteva una grande conoscenza di questo mondo, anzi le uniche tecniche che venivano utilizzate erano quelle dei semipermanenti, non si parlava ancora di ricostruzione. C’erano pochi mezzi e con quelli si faceva tutto. È sempre stato un “gioco” ed io sono sempre stata una ragazza che voleva cavarsela da sola. Figlia di insegnante, avevo iniziato gli studi di scienze della formazione, ma evidentemente non era quello il momento. Sentivo che dovevo andare a tutti i costi a scuola di estetica e così ho fatto. Contemporaneamente ai corsi ho lavorato in un negozio di abbigliamento come store manager, finché non mi sono dedicata pienamente ai centri estetici, prima come onicotecnica freelancer poi come insegnante.

Cosa intendi quando dici: “Le persone che ho di fronte sono più importanti delle cose che insegno”?

Quell’interesse per l’insegnamento, che si era già manifestato nella scelta di studiare scienze della formazione, si è ripresentato nel tempo. Oggi tengo corsi in scuole di estetica sia private che pubbliche e quando parlo in un’aula il mio obiettivo è sempre quello di sviluppare l’attitudine di ognuno. Cerco di mettermi al livello dei miei allievi. Non insegno le tecniche come se venissero dall’alto, ma ci arrivo con loro insieme. È un dare e poi un ricevere, attraverso un “arrivando”.

Sfatiamo fake news sulla ricostruzione delle unghie: è vero che “indebolisce” l’unghia?

Sento spesso ragazze che mi fanno questa domanda dicendo anche che “altrimenti le unghie non respirano”. Ma è proprio questo il punto: le unghie non respirano! Non hanno bisogno di respirare, la loro funzione è coprire uno strato di pelle, che sì… quello è vivo. L’unghia è un annesso cutaneo che ha una radice, è formato da cheratina, al 95% acqua al 5% da una componente grassa. Se le unghie sono rovinate vuol dire che il trattamento è stato fatto in modo sbagliato. La ricostruzione dell’unghia ha uno scopo curativo e si può fare su tutte le unghie, a meno che prima non debbano essere curate. Ci deve essere una distinzione.

Ti capita spesso di avere ragazzine nel tuo salone?

Certo, tra i miei clienti ci sono ragazze molto giovani… e anche molto informate e preparate, aggiungerei!  Ma lasciami dire, sono una mamma anche io ed ogni cosa ha il suo tempo. Bisogna avere il giusto rispetto delle età, anche nella nails art.

Quali difficoltà hai incontrato lungo il tuo percorso?

Oggi quella dell’onicotecnica è una professione specializzata, che offre novità e con un tasso di richiesta molto alto, ma che potrebbe essere normata meglio. Infatti, la scelta delle ragazze di aprire partita Iva come onicotecniche dipende molto dalla zona in cui queste si trovano. Per esempio, da Milano a Bergamo e Brescia la situazione cambia, proprio a livello legislativo intendo. È una realtà più complessa di quanto si immagini e che riguarda sempre più persone, del settore e non.

Obiettivi per il futuro?

Mi piacerebbe che tutte le ragazze che lo desiderano abbiamo la possibilità di concorrere in bandi per questo tipo di imprenditoria. A questo proposito devo un ringraziamento speciale ad OPA (Onicotecnici Professionisti Associati), un’associazione unica che si prende da anni la responsabilità di portare la professione di onicotecnico al riconoscimento nazionale, sganciandola da quella dell’estetista, con un adeguato e specifico programma formativo.

Dopo tanti sacrifici e in un periodo in cui molte attività chiudono, Veronica ha scommesso su sé stessa e ha realizzato il suo sogno. Alla fine, da questo settore super gettonato, tra alta competizione, luci, ed ombre… lei ne è uscita come luminoso modello.

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