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Da luglio in vigore il nuovo Regolamento sul roaming: le novità

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso aprile, a luglio è entrato in vigore il nuovo Regolamento dell’Unione europea (2022/612) – consultabile a questo link – relativo alle comunicazioni mobili in modalità roaming, in sostituzione di quello del 2017, scaduto proprio nel 2022. Il regolamento rimarrà in vigore per dieci anni, fino al 2032.

Le principali novità: non solo per i dati…

Le maggiori novità introdotte dal regolamento riguardano le soglie di traffico dati entro le quali non saranno richiesti costi aggiuntivi.

Premessa: il roaming, per sua natura, consente a un operatore italiano, ad esempio, di appoggiarsi ad un altro operatore estero. Ovviamente, questa “intercambiabilità” di reti è resa possibile da accordi tra gli operatori, che mettono vicendevolmente a disposizione le proprie reti. Ebbene, con il nuovo regolamento del 2022, assisteremo ad una progressiva riduzione dei prezzi del roaming all’ingrosso: nel gennaio 2022 il prezzo era arrivato a 2,50 euro per giga (IVA esclusa), mentre dal 1° luglio 2022, con l’introduzione del regolamento, siamo arrivati a 2 euro per giga. Nei prossimi anni vedremo la cifra scendere a 1,80 euro (2023), 1,55 euro (2024), 1,30 euro (2025), 1,10 euro (2026), fino a raggiungere 1 euro (2027), sempre per giga e IVA esclusa.

Questa progressiva diminuzione dei costi si traduce, per gli utenti, in un aumento inversamente proporzionale della quantità di giga da poter utilizzare nell’UE in modalità roaming.

…ma anche per minuti, chiamate e sms

Le novità del regolamento, però, non si fermano ai dati: anche minuti, chiamate e sms subiranno una progressiva diminuzione del costo massimo all’ingrosso. Partiti da 0,032 euro al minuto e 0,01 a sms con il vecchio regolamento, siamo già passati a, rispettivamente, 0,022 euro e 0,004 euro, contando di arrivare, nel 2025, a 0,019 euro al minuto e 0,003 euro a sms.

La rete superveloce

E ancora. Il nuovo regolamento offre inoltre la possibilità per gli utenti di usufruire degli stessi servizi compresi nel proprio piano tariffario nazionale: per fare un esempio, se il nostro operatore offre la connettività 4G e 5G, avremo modo di accedere a tali velocità anche all’estero, a condizione che tali standard siano già offerti anche nel paese di destinazione.

La trasparenza nei confronti del consumatore

Fil rouge del regolamento è la necessità di informare l’utente: quante volte è successo che, dopo poche ore all’estero, ci si è resi conto – a cose fatte! – di cifre astronomiche scalate dal proprio credito residuo, proprio a causa di tariffe roaming spesso fino ad allora ignorate?

Ebbene, con il nuovo regolamento questo problema dovrebbe essere risolto.

Non solo gli operatori dovranno inviare, tramite SMS, informazioni relative a tariffe supplementari relative a determinati servizi opzionali (quali, ad esempio, le chiamate a numeri di assistenza clienti) e alla navigazione su reti non terrestri (aerei e navi), ma dovranno anche interrompere automaticamente l’erogazione dei servizi al momento del raggiungimento del limite di spesa predefinito.

Chiaramente siamo ancora lontani dal poter ritenere la tariffa nazionale perfettamente equivalente a quella garantita all’estero. Ma se pensiamo che, fino a qualche anno fa, l’utilizzo di una connessione dati all’estero era quasi un’utopia, la distanza tra tariffa nazionale e tariffa roaming si sta, bene o male, assottigliando sempre di più.

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