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Smart Working, strumento indispensabile. Quale sarà la sua evoluzione?

Smart Working e sua evoluzione

— di Edmondo Bosco — 

Ormai è opinione comune che negli ultimi due anni lo smart working si sia dimostrato uno strumento indispensabile per affrontare la crisi dovuta alla pandemia di Covid 19, in particolare per contrastare le conseguenti limitazioni di spostamento e di contatto. Così la pandemia ha rimodellato il modo di lavorare e lo ha fatto ad un ritmo più veloce di quanto si sia mai visto.

Lo Smart Working e la sua evoluzione

Smart in inglese significa intelligente, sveglio, acuto, mentre Working significa appunto “lavorando – lavorare”: di conseguenza la traduzione letterale è “lavorare intelligentemente”. Questo dovrebbe farci capire molto sulla natura di questo modello lavorativo e il motivo reale del perché si chiama smart working

La  Legge  istitutiva di questo tipo d lavoro, la Legge  n. 81/2017, in realtà lo denomina Lavoro Agile; noi continueremo a definirlo Smart Working non per esterofilia ma un po’ perché è ben conosciuto come  tale ma soprattutto per quel significato “sveglio, intelligente” che  ci pare estremamente qualificante su come il lavoro debba essere organizzato. Comunque sia, la legge pone l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale e sull’utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto.

Il regime di emergenza

Con una prima indicazione legislativa lo Smart Working doveva uscire dal regime di emergenza il 31 marzo 2022 e tornare ad essere disciplinato dalla legge 81/20217, venendo meno la regola che ha reso possibile attivare lo Smart Working in maniera unilaterale, senza necessità del consenso del dipendente e con procedure amministrative estremamente semplificate. Con il ritorno alle regole previste dalla legge 81/2017 un datore di lavoro che vorrà utilizzare lo Smart Working dovrà firmare, con ogni singolo dipendente interessato, un accordo individuale. Vedremo più avanti come vi siano novità in arrivo sul fronte normativo.

I punti da rispettare

Per il momento ciò che si può dire è che lo Smart Working deve rispettare alcuni punti:

  • CCNL e/o Accordi Aziendali

Un accordo collettivo di livello nazionale, territoriale o aziendale, può disciplinare lo smart working: se è presente, l’accordo individuale deve conformarsi ad esso.

  • Condotte illecite

Durante il lavoro in modalità agile, il lavoratore può rendersi responsabile di condotte           illecite. L’accordo può definire quali siano.

  • Prestazioni fuori azienda

Le parti devono definire il perimetro entro cui si può lavorare in modalità agile, facendo un elenco dei luoghi o definendo le caratteristiche generali degli stessi.

  • Strumenti utilizzati

Va stabilito quali saranno gli strumenti utilizzati dal lavoratore quando lavora in modalità agile, indicando quali siano messi a disposizione dal datore di lavoro.

  • Potere direttivo

L’accordo deve indicare come, in concreto, il datore di lavoro potrà esercitare il proprio potere direttivo.

  • Controllo a distanza

Devono essere definite le regole per minimizzare il controllo a distanza e garantire il rispetto delle regole fissate dall’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori.

  • Durata dell’accordo

La modalità agile potrà essere concordata tra le parti per un tempo predefinito o a tempo indeterminato.

  • Riposo e orario di lavoro

Dovrà essere definito il regime orario, prevedendo la libertà di organizzazione per il lavoratore, ma fissando criteri per rispettare le norme sull’orario.

  • Diritto alla disconnessione

Dovrà essere definito un periodo minimo nella giornata in cui il lavoratore ha diritto a disconnettersi da qualsiasi strumento di collegamento digitale.

  • Pattuizioni richieste dalle parti

Le parti potranno decidere di inserire nell’accordo individuale contenuti legati a specifiche esigenze.

Nuovo accordo: come regolare lo Smart Working

Come abbiamo anticipato in precedenza vi è una recente novità: la Commissione Lavoro della Camera ha trovato l’accordo su un disegno di legge per regolare lo Smart Working, che condensa una decina di proposte di legge arrivate da tutti i partiti. Il disegno di legge in questione definisce Smart Working solo quello in cui si lavora fuori dall’ufficio per almeno il 30% del tempo e contiene novità sull’accordo individuale tra azienda e lavoratore per lavorare in Smart Working: il testo conferma l’obbligo di questo accordo, ma apre a eventuali normative derivanti dalla contrattazione nazionale di categoria e/o da un accordo aziendale o territoriale.

Vedremo gli sviluppi

Fonti: Il Sole – 24 Ore, Qui Finanza, Work Trend Index Microsoft

Photo credits stefan-stefancik-pzA7QWNCIYg-unsplash

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