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Sempre più donne nelle società quotate italiane, ma c’è ancora molta strada da fare

Il rapporto della CONSOB

Il decimo rapporto della CONSOB, la Commissione Nazionale per la Società e la Borsa, parla chiaro: il numero di donne nei board delle società italiane ha raggiunto, nel 2021, il suo massimo storico. C’è un però: sono ancora poche le donne a ricoprire ruoli in posizioni apicali, come possono essere quello dell’amministratore delegato o, in generale, di consiglieri con ruoli esecutivi, mentre si affermano le presenze femminili nella figura di consigliere indipendente e nell’ambito di incarichi di natura amministrativa.

Le normative sulle quote di genere

Ha significativamente influito sul raggiungimento di questo traguardo l’introduzione di alcune normative, più o meno settoriali, sulle quote di genere, mirate a garantire la presenza di una certa percentuale di uomini e di donne nelle attività lavorative.

La legge 120/2011 (anche detta “legge Golfo-Mosca”) ha previsto infatti che, al primo rinnovo del mandato, un quinto dei posti dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali delle società quotate fossero riservati al genere meno rappresentato, aumentando tale rapporto, nel corso dei due mandati successivi, ad almeno un terzo. E per le società inadempienti, sarebbe scattata una sanzione comminata direttamente dalla CONSOB.

Dopo una risposta apparentemente positiva, l’aumento di figure femminili nelle società quotate ha subìto una battuta d’arresto, fino a quando, nel 2019, la legge Golfo-Mosca non è stata prorogata, con alcune novità.

Immutato il sistema delle sanzioni, che assicura effettività alla norma, è stato prolungato il periodo di vigenza del vincolo, che è passato da 3 a 5 mandati consecutivi.

I tratti fondamentali per un consigliere di amministrazione di qualità

Anche altre normative di settore, come il Codice di Corporate Governance, si sono occupate non solo di introdurre criteri per tendere a perseguire una maggiore presenza del genere meno rappresentato, ma anche di disciplinare tutta una serie di aspetti, quali i requisiti professionali, di indipendenza, onorabilità, e così via, riconosciuti dall’ordinamento come tratti fondamentali per un consigliere di amministrazione di qualità. E questo soprattutto perché si tratta di mandare avanti società con rilevanza pubblica, dove risparmiatori o investitori impiegano i propri risparmi.

Ecco perché l’incremento della presenza femminile ha portato con sé, oltre alla parità di genere, anche altre conseguenze positive, come – riporta la CONSOB – l’abbassamento dell’età media, l’innalzamento della quota di laureati e l’aumento della diversificazione dei profili professionali.

Insomma, una serie di successi, che si spera siano destinati ad aumentare naturalmente, senza la necessità che vengano imposti da una terza proroga della normativa o dall’introduzione di nuove leggi ancora più specifiche.

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