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Polaris

Il filantropo Jared Isaacman è innanzitutto un pilota, fondatore della Draken International LLC che si occupa perlopiù di addestramento per piloti militari in collaborazione con il dipartimento della Difesa statunitense, ed è l’inventore del servizio di pagamento Shift4, che lo ha reso miliardario. È diventato poi un volto noto dell’esplorazione spaziale quando si è rivolto a SpaceX per programmare la missione spaziale privata Inspiration4, la prima a portare in orbita quattro astronauti non professionisti, per mezzo della navicella Crew Dragon Resilience portata in orbita da un Falcon 9. La missione è stata lanciata il 15 settembre 2021 ed è terminata con un ammaraggio il 19 dello stesso mese. Netflix ne ha fatto una docu-serie in cinque episodi, descrivendo gli eventi quasi in tempo reale. Isaacman ha sfruttato l’interesse suscitato dalla sua impresa per affiancarvi una raccolta fondi destinata al St. Jude Children’s Research Hospital, un centro clinico e di ricerca oncologica specializzato nella cura di leucemia e linfoma in età infantile, arrivando a finanziarlo con oltre duecento milioni di dollari. Considerata la sua attenzione per i temi sociali e la sua preparazione tecnica, quella che per certi versi è un’iniziativa ascrivibile alla categoria del turismo spaziale diventa facilmente nelle sue mani un vero programma commerciale di ricerca. Pertanto il suo recente annuncio di voler intraprendere un programma di più ampio respiro è stata una buona notizia per gli astrofili.

Battezzato con il nome della più celebre tra le stelle triple, il programma Polaris si articola appunto in tre distinte missioni che Isaacman guiderà, sempre insieme ad altri tre civili. La prima, Dawn, partirà nell’ultimo trimestre del 2022 e avrà come scopo principale quello di testare una nuova tuta spaziale ignifuga, più flessibile, leggera e resistente della precedente versione. Si tratta di tute progettate per brevi periodi di esposizione allo spazio aperto che potrebbero affiancare quelle più grandi normalmente in uso sulla ISS, praticamente identiche a quelle già in uso negli anni Ottanta. Compirà inoltre un’orbita intorno alla Terra particolarmente alta, superando i 1379 chilometri raggiunti dalla missione Gemini 11 del settembre 1966, che insieme a quelle del programma Apollo sono state le missioni con equipaggio più lontane dalla superficie terrestre, così da testare la resistenza degli strumenti a bordo e la protezione che la navicella offre alle persone imbarcate contro le fasce radioattive di Van Allen. I loro corpi saranno monitorati con dispositivi a ultrasuoni per verificare che non subiscano embolie venose. Sarà la prima attività extraveicolare per un equipaggio civile e dovrà essere effettuata senza l’ausilio di un airlock. Si proverà, infine, a comunicare con la navicella per mezzo dei satelliti Starlink. Sfruttando una connessione laser capace di trasmettere molte più informazioni, questo sistema consente di passare da una banda ristretta a pochi megabit a una di interi gigabit al secondo, rendendo possibile effettuare dirette streaming da un’orbita elevata. Il successo di questa connessione potrebbe essere cruciale per lo svolgimento delle prossime missioni interplanetarie. La seconda missione sarà simile alla prima, ma non è ancora stata descritta ufficialmente. La terza, invece, sarà la prima missione umana mandata in orbita per mezzo della Starship, un vettore riutilizzabile capace di trasportare nello spazio fino a cento tonnellate, contro la quindicina del Falcon 9. Elon Musk ha confermato, in una conferenza stampa tenutasi il 13 febbraio, che intende proseguire nel perfezionamento di quest’ultima al fine di renderla capace di portare gli esseri umani sia sulla Luna, sia su Marte. Ormai i booster progettati per la Starship sembrano essere in grado di riatterrare direttamente sulle rampe di lancio, tagliando di molto i costi del programma spaziale di SpaceX, visti i costi enormi che normalmente richiede il puro e semplice trasporto di questi enormi dispositivi.

Anche l’imprenditore miliardario giapponese Yūsaku Maezawa, creatore del sito di vendita Zozotown, si è impegnato in un’analoga direzione, avendo annunciato sin dal 2018 di avere preso accordi con SpaceX per portare con sé otto civili in orbita lunare per mezzo di Starship l’anno prossimo, nel quadro del progetto #dearMoon. Sarà un’altra grande occasione per effettuare un salto di qualità nella nostra conoscenza del viaggio spaziale e del nostro satellite, soprattutto perché si coordinerà con le missioni NASA del programma Artemis.

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