a
Sorry, no posts matched your criteria.
 • ambiente e territorio  • Fit for 55: la transizione energetica e il ruolo delle imprese nella gestione dei rischi ambientali

Fit for 55: la transizione energetica e il ruolo delle imprese nella gestione dei rischi ambientali

di Vincenzo Carolla, Managing Partner presso IMC Group

Dalla crisi del clima a quella del debito passando per l’incremento esponenziale dei rischi informatici, l’aumento delle disparità sociali, le malattie infettive e la minaccia delle armi di distruzione di massa. Questi sono i rischi a più alto impatto dei prossimi 10 anni, evidenziati dal Global Risks Report del World Economic Forum.

Tra quelli che minacciano maggiormente il pianeta ci sono gli eventi meteorologici estremi, la perdita della biodiversità, la crisi delle risorse naturali e i “danni ambientali antropici” in crescita esponenziale negli ultimi decenni. Da un’analisi della Ong britannica Christian Aid emerge, inoltre, che i dieci peggiori disastri ambientali nel solo 2021 hanno causato 1.075 vittime, oltre 1,3 milioni di sfollati e danni per 170 miliardi di dollari, una cifra che riflette il crescente impatto del riscaldamento globale.

 

Proprio nel quadro dell’attuale crisi climatica, a luglio 2021 la Commissione europea ha adottato il pacchetto “Fit for 55”  che contiene 13 proposte legislative  sul clima e sull’energia, per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del Green Deal. “L’economia dei combustibili fossili ha raggiunto i suoi limiti, servono nuovi modelli. Abbiamo mantenuto la promessa. L’Europa è il primo continente che presenta un’architettura globale per realizzare le nostre ambizioni climatiche con una tabella di marcia. Attribuire un prezzo al carbonio sarà il punto centrale che guiderà l’economia e sarà legato a un fondo sociale”.

Così Ursula von der Leyen – Presidente della Commissione Ue – presenta il pacchetto legislativo che ha la finalità di ridurre del 55% le emissioni di Co2 entro il 2030 e di azzerarle nel 2050.

 

Tra le misure proposte ci sono, ad esempio, la modifica delle normative per il mercato del gas; la revisione del sistema europeo di scambio dei permessi di emissione – ETS – e la sua applicazione a nuovi settori; un incremento della produzione dell’uso di energie rinnovabili; una più rapida diffusione del trasporto a basse emissioni; dazi climatici” all’importazione per prevenire la rilocalizzazione fuori dall’Ue delle industrie ad alta intensità di emissioni.

 

In questo contesto, se da un lato le imprese italiane rivestono – nel medio e lungo termine –  un ruolo centrale, grazie a una crescente attenzione rivolta a queste tematiche e a investimenti per la decarbonizzazione e per la trasformazione dei propri processi; dall’altro lato, è importante che l’Unione Europea fornisca, nel breve termine, un sostegno alle industrie per poter mettere in atto interventi mirati che richiedono finanziamenti ingenti.

Inoltre, le aziende – oltre a farsi promotrici di un’economia più sostenibile, solida, generosa e di una società più giusta – possono lavorare per anticipare quanto più possibile i rischi e trasformarli in fattori di competitività. Governare in maniera efficace e predittiva i rischi significa conoscerli, valutarli, presidiare e mitigarne gli effetti laddove questi si manifestino e per fare questo è necessario dotare l’azienda di sistemi di controllo interno in grado di integrare i diversi livelli di operatività, valorizzandone le sinergie.

https://www.imc-group.eu/

PH: arnaud-mesureur-7EqQ1s3wIAI-unsplash

POST A COMMENT