a
Sorry, no posts matched your criteria.
 • economia e finanza  • Inflazione in USA, il dibattito non si placa

Inflazione in USA, il dibattito non si placa

Il dibattito sull’inflazione non si placa, ma né la Fed né la BCE hanno fretta di chiarire la loro politiche.

Il consensus è stato ribassista, ma i rendimenti obbligazionari sono stati stabili

Inflazione, i titoli del Tesoro USA

Già tre mesi fa, il valore titoli del Tesoro USA aveva iniziato a crescere, ma era probabile che il trend avrebbe rallentato, e così è stato. Al rapido deprezzamento nel primo trimestre si sarebbe contrapposta, aiutata anche dai provvedimenti fiscali statunitensi straordinari, la ripresa della crescita dei DM (Developed Markets, mercati sviluppati). Dappertutto, per via della riapertura dopo il lockdown, se non si forre messo di traverso un certo pregiudizio degli investitori sull’inizio degli effetti di base dell’inflazione.

Comunque, la maggior parte delle metriche della performance economica mostra che la ripresa economica sta guadagnando terreno nei mercati sviluppati (DM) dopo un primo trimestre misto, ma ci sono differenze tra i diversi Paesi.

L’inflazione in USA

L’inflazione negli USA è salita a maggio al ritmo più veloce dal 2008, poiché le attività che hanno riaperto a causa della chiusura della pandemia e la forte domanda hanno continuato a spingere i prezzi più in alto, alimentando l’ansia tra alcuni economisti e il dibattito a Washington.

L’indice di inflazione delle spese per consumi personali è aumentato del 3,9% anno su anno, in linea con quanto previsto dagli economisti in un sondaggio di Bloomberg: livelli che non si vedevano da più di un decennio.

Sebbene i prezzi siano aumentati vertiginosamente quest’anno e continuino a crescere più rapidamente del normale, la velocità dell’aumento si sta però leggermente moderando.

Ancora in attesa della Fed

Prima di investire a lungo termine sui rendimenti reali dal punto di vista dei fondamentali, tuttavia, la Fed avrebbe dovuto annunciare la sua tanto attesa politica di tapering, cioè di una lenta ma costante riduzione dei tassi.

Chi ha preso i profitti sui Treasury USA diverse settimane fa, ora non può che aspettare ancora a reinvestire, finché la Fed non passerà alla prossima fase politica, perché il 2021 è finirà ad essere il anno più forte per la crescita degli Stati Uniti negli ultimi 30-40 anni.

Il timore è che la Fed voglia adottare un atteggiamento eccessivamente cauto, o perlomeno attuare un processo troppo graduale. I mercati dei tassi sostanzialmente sono restati in pausa nel secondo trimestre, e questo non ha aiutato dopo i problemi del 2020. Se vogliamo essere un po’ più ottimisti, l’esperienza insegna che alla fine la politica si allenta e la volatilità ritorna.

La duration

In termini di duration, forse gli operatori sono diventati troppo corti, giustificati solo in parte dai dati relativi al regime di inflazione previsto.  Nel frattempo le banche centrali hanno adottato una visione “transitoria” sulle attuali dinamiche inflazionistiche, determinando una pausa sia della Fed, sia della BCE.

Per essere chiari, pensiamo che i rendimenti più bassi nelle ultime settimane siano legati al mercato piuttosto che a una strategia di base, del tutto comprensibile data la natura sbilanciata del posizionamento ribassista degli investitori nel reddito fisso e la pesantezza dei mercati all’inizio dell’anno. Del resto le prospettive di guadagno attraverso lo shorting della duration si comporta in modo molto diverso nei diversi me rcati.

Sta di fatto, però, che molte persone preferiscono concentrarsi sui titoli del Tesoro USA a 10 anni, e non su durate più brevi, quando prendono decisioni operative sul reddito fisso, ed è molto probabile che gli sviluppi cui abbiamo assistito nel secondo trimestre possano indurre altri a pensare di più in questa direzione.

Entrando nel secondo semestre, troviamo ancora di più degli aspetti sui quali non essere d’accordo a proposito di un certo scetticismo del mercato. Il consensus ribassista sul reddito fisso sembra proprio trascurare le dinamiche del mercato dei tassi celate dietro le curve spot nominali: anzi i breakeven dovrebbero tendere ad avvicinarsi durante i periodi di tapering delle banche centrali; soprattutto dopo i periodi di recessione. Ma potremmo anche non avere uno sprint sui mercati nel terzo trimestre, visto questo pessimismo tuttora imperante e assolutamente contrario alla logica.

POST A COMMENT